Mimesis ed Educazione



Per un decondizionamento poetico del curriculo scolastico

di Flavia Gallo





Una proposta ricca di esercizi, percorsi, note bibliografiche e culturali nata per consentire a tutti gli insegnanti delle scuole un uso ispirato, meditato e cosciente della mimesis, cuore educativo della Pedagogia dell'Espressione.



La pressione della programmazione pone da sempre gli insegnanti davanti alla difficoltà di percorrere strade pedagogiche più poetiche non allineate e asistematiche. Si sacrifica dunque gran parte di quell'istinto naturale verso la ricerca didattica a vantaggio di un'aderenza alla canonicità storicizzata delle discipline.


Queste pagine vi presentano, divisi per ambiti scolasticamente riconoscibili, modi espressivi di attraversare le materie scolastiche con questo preciso fine ultimo: liberare chi insegna rivitalizzando uno strumento antico e potente, incarnato e perennemente attivo, assopito nell'ipnosi moderna  e per ciò intrinsecamente rivoluzionario.

La Pedagogia dell'Espressione, che è in ultima istanza pedagogia della mimesis, incontra la scuola ai suoi modi e ai suoi tempi, inserendosi a pieno titolo come dimensione

decondizionante, perché rivolta all'originalità di tutti
democratica, perché appartenente all'umanità senza possibilità di esclusione
poetica, perché aderente ai più sacri principi sapienziali

Gli esseri umani attraverso mimesis apprendono e comprendono. Il mondo può essere incontrato attraverso un movimento analogico, di somiglianza tra noi e il tutto che è assimilabile. Osservando un bambino nel gioco del “diventare” e l’artista nell’atto creativo, ci accorgiamo del modo in cui entrambi offrono tutta la loro presenza per incontrare l’oggetto del loro più acceso interesse. Il primo diventa giocando, il secondo producendo un’opera, in un atto di trasformazione creativa tanto esteriore quanto interiore che mentre rende il gesto genera piacere.


Platone, per primo nella Repubblica, e Aristotele, dopo nella Poetica, misero in evidenza mimesis in quanto capacità connaturata, quindi facente parte del corredo di tutta l’umanità (a qualunque latitudine, senza eccezioni) che ci consente di diventare simili a qualcuno o a qualcosa tramite il corpo e la voce (Platone) e che è motore primo di ogni atto di apprendimento (Aristotele). Orazio Costa, pedagogo teatrale italiano, pose mimesis nel cuore del suo metodo al fine di formulare, per l’Accademia Silvio D’Amico, una pregnante pedagogia dell’attore dagli effetti profondamente “umananti”.

Questo movimento del rendersi simile alle cose, alle persone e, nel nostro caso specifico, alle parole, ci sembra oggi colpevolmente dimenticato dalla scuola che espande a dismisura – ovvero in una misura innaturale - il ruolo della razionalità nell’apprendimento... 

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